PRATICHE DI APPARTENENZA
Ogni luogo inscritto nella memoria si compone di affetti. Questi permangono sulla mappa dei ricordi che, in forme apparentemente stabili, di volta in volta, lentamente, vengono lievemente perturbati dall’immaginazione, come pietra levigata dal lento e continuo flusso dell’acqua. L’edizione di Piedicavallo Festival 2025 parla delle differenze, dell’irriducibile alterità che si scopre quando si viene a contatto con altre persone, che permane quando si ritorna dopo tanto tempo in un luogo del passato, che viene alla luce da ogni incontro sulla propria strada. Ciò con cui quotidianamente si convive e che torna come misura della distanza tra sé e il mondo. Con convivenze si intende mettere a fuoco questo scarto, questa distanza sempre presente e che ogni volta prende nome diversamente: conflitto, lontananza, mancanza o incomprensione. Ogni nome con cui la si intenda chiamare, contiene questo scarto persistente, per dare una forma tangibile a ciò che si trova necessariamente ai confini di ogni percezione. Ma se questo scarto, questa lontananza congenita, fosse invece un’opportunità di conoscenza?
Questo testo è un invito ad attraversare gli spazi di questo Festival con uno sguardo situato composto da una costellazione di diversi elementi qui raccontati. Si tratta di una traccia che guida le intenzioni con cui il team di Sotterranea si muove per cercare di portare Piedicavallo Festival, passo dopo passo, ad essere più sostenibile possibile e situato nel territorio in cui si radica. Senza pretesa di essere arrivati, cerchiamo di fare piccoli passi verso un attraversamento consapevole dell’ecosistema che ci ospita, per convivere.
Paesaggio
Nella tradizione moderna il paesaggio si è affermato perlopiù come oggetto estetico portatore di un valore morale all’interno della contrapposizione tra essere umano e natura. Tuttavia, superare un’idea di natura come entità separata dall’umano permette di ripensare il paesaggio come rappresentazione di specifiche e situate istanze ecologiche. Il paesaggio può assumere, infatti, un valore processuale e topologico, diventando luogo delle relazioni di interdipendenza di un determinato contesto spazio-temporale. Eliminando ogni distanza, la dicotomia soggetto osservante e oggetto osservato si disperde nel situarsi e giustapporsi di ogni espressione di bisogno e desiderio all’interno di un territorio. “Fare” un paesaggio, in tal senso, è un atto politico di rappresentazione e allo stesso tempo un’operazione sempre parziale e mai neutra, che comporta necessariamente una trasformazione almeno simbolica.
Pratica: attraversando gli spazi del Festival alla deriva, senza obiettivi precisi, osserva il paesaggio che va costruendosi e di cui fai parte. Quali sono gli elementi relazionali che lo compongono? In che modo sei situatə in esso? Puoi descriverlo dal punto di vista sensoriale ed emotivo; puoi dispiegarlo nel tempo e deciderne i limiti spaziali.
Corpo
I corpi non sono solo entità biologiche, ma realtà soggettive, sociali e culturali. Essi si percepiscono come portatori di caratteristiche uniche e autonome. Storicamente, il corpo è stato spesso relegato a una condizione inferiore rispetto alla razionalità, visto come elemento materiale e potenzialmente corruttivo della mente. Tuttavia, oggi possiamo considerare il corpo come punto di partenza per il ripensamento della relazione tra soggetto e ambiente, superando la dicotomia tra interno ed esterno, tra sé e lə altrə. Riconnettersi con il sensibile significa riconoscere i limiti della nostra comprensione e aprirsi alla complessità delle relazioni con altri corpi – siano essi materiali o immateriali. Accogliere la differenza diventa allora un atto di cura, un invito a costruire pratiche di rispetto reciproco basate su ciò che condividiamo, per un’autentica coabitazione del mondo.
Pratica: in che modo possiamo pensare a forme di coabitazione basate sulla creazione di connessioni istintuali tra corpi? Come possiamo promuovere forme di sintonizzazione? Quando ti trovi in una situazione di collettività, cerca di percepire i movimenti, i suoni e il calore prodotti dagli altri corpi. Abbandona forme di comprensione razionale e prova ad accordarti al ritmo dei loro gesti, osserva come la tua temperatura cambia se ti avvicini o ti allontani.
Interdipendenza
Rapporto di intima connessione e di reciproca dipendenza tra più corpi materiali e immateriali: una fitta rete di relazioni i cui diversi elementi coesistono e non potrebbero essere senza il mutuo appoggio gli uni degli altri. Il Festival è un organismo i cui vari elementi esistono in una relazione di interdipendenza. Tutti i corpi che vi entrano in contatto entrando a farne parte modificano e sono modificati dall’ambiente che attraversano.
“Gli iperoggetti somigliano alla nostra esperienza in una piscina mentre nuotiamo. Siamo sommersi, ovunque l’acqua fresca ci accarezza il corpo, ma siamo altro rispetto all’acqua. Produciamo effetti nell’acqua come schemi di diffrazioni, per esempio facendola increspare: ed essa produce effetti su di noi, facendoci avvizzire la pelle”. (Bryant, 2010)
Pratica: in che modo il tuo corpo trasforma lo spazio e lo spazio trasforma te? Quali tracce, visibili e non, rimangono sul tuo corpo e quali lasci nello spazio? Sdraiati su un prato, rimani immobile per qualche minuto. Osserva quali solchi l’erba lascia sul tuo corpo e quali il tuo corpo lascia sul prato.
Cura
La cura non è semplicemente un’azione, ma un paradigma etico e politico. Si tratta di un approccio che pone al centro la relazione, la connessione tra soggettività e responsabilità verso lə altrə, valorizzando le esperienze e le prospettive di chi è esclusə o marginalizzatə dalla società dominante. È fatta di atti di amore verso lə altrə o verso sə stessə che implicano impegno, conoscenza, responsabilità, rispetto, fiducia. È una pratica trasformativa che utilizza questi elementi per creare relazioni autentiche, contribuendo a formare reciprocità in esse, in grado di riconoscere e soddisfare i bisogni delle persone coinvolte. Le relazioni di cura sono fondamentali all’interno delle comunità, favoriscono la gestione autonoma dello spazio tempo. L’attività manutentiva equilibra le responsabilità e ridistribuisce le risorse. Mira a mantenere condizioni di sostenibilità all’interno di un processo di lavoro e convivenza in cui energia e tempo vengono investiti. In contrasto con lo sviluppo che aspira a processi di accumulazione verso il futuro, la cura e la manutenzione desiderano processi di radicamento nel presente.
Pratica: esplora il paesaggio e trova un elemento (un sasso, un fiore…) che ti comunichi qualcosa. Raccoglilo e durante i tre giorni del festival prenditene cura. Quali attenzioni richiede? Alla fine del Festival, prima di andare via, restituiscilo all’ecosistema di cui fa parte.
Ascolto
Ascoltare è una pratica somatica di disorientamento e riorientamento tra corpi e spazio. L’ascolto è uno strumento per creare prossimità e legame. Sfocando il margine tra dentro e fuori, privato e pubblico, corpo e paesaggio, si sviluppano sensibilmente attenzione e partecipazione fisica, situata e politica.
“Ascoltare è una pratica continua, più ascolto e più imparo ad ascoltare, è un modo per connettere l’ambiente acustico con tutto quello che lo abita e tutto quello che c’è. Cerchiamo di esplorare le relazioni tra qualsiasi e tutti i suoni, naturali e tecnologici, reali e immaginari, intenzionali e non, e cerchiamo di espandere i limiti della percezione. L’ascolto plasma la cultura sia locale che universale, l’ascolto dirige l’attenzione verso quello che si sente: interpretandolo, dandogli senso”. (Oliveros, 2022)
L’ascolto è una pratica di sintonizzazione e cura centrale in un approccio sito-responsivo. Un progetto, intervento o pratica si dice sito-responsivo quando viene creato a partire dal tentativo di rispondere alle specificità di un contesto. È strettamento collegato al riconoscimento del concetto di interdipendenza e alla consapevolezza che ogni azione compiuta in uno spazio apporti dei cambiamenti e delle trasformazioni sostanziali all’equilibrio ecosistemico coinvolto. Si pone in contrasto alle politiche estrattiviste e di sfruttamento territoriale. Il Festival che stai attraversando si pone in dialogo con un paesaggio pedemontano liminale, con i suoi equilibri e con le sue dinamiche.
Pratica: trova una persona con cui svolgere l’esercizio e posizionatevi lə unə di fianco allə altrə. Porta una mano all’orecchio dell’altra persona come per tapparlo, e invitala a toccare, grattare e picchiettare il tuo braccio e la tua mano, radio e ulna, gomito e spalla, nocche della mano e delle dita. Chiedile se sente abbastanza, se no tappa meglio il suo orecchio creando un effetto “ventosa”. Scambiatevi i ruoli. Ascoltate il suono che passa attraverso i vostri corpi che diventano casse di risonanza lə unə dellə altrə.
Consenso
Il consenso è un processo relazionale attivo che si basa sulla ricerca di allineamento e reciprocità delle intenzioni e del desiderio. Quando scaturito da un accordo esplicito, il consenso rappresenta la conformità di intenti e di voleri. Il consenso deve sempre essere: reciproco, entusiastico, libero, informato, specifico e reversibile. In contrasto con il consenso sono le molestie: qualsiasi atto fisico o verbale non desiderato che discrimina per genere, età, etnia, background culturale o territoriale, religione, orientamento affettivo e sessuale, disabilità o neurodiversità con lo scopo di limitare o impedire l’esercizio dei diritti altrui, creando disagio e lenendo il benessere spirituale o fisico della persona che riceve la molestia, ponendola in una posizione subalterna.
Pratica: chiedi a unə amicə se e come vorrebbe essere abbracciatə da te e dallə l’abbraccio che desidera. Chiedi allə stessə amicə come lə piacerebbe abbracciarti e accogli l’abbraccio. Dopo scambiatevi i ruoli seguendo le stesse domande. Prova a fare questo esercizio con una persona che non conosci.
Intersezionalità
Approccio situato politicamente che riconosce l’interconnessione tra i sistemi di oppressione derivanti da ideologie di dominio, come lo specismo, il razzismo e il sessismo. La categoria di specie, intesa come dispositivo di controllo dei corpi – sia simbolici che materiali – da cui ha origine la costruzione della razza, garantisce la supremazia dell’essere umano occidentale attraverso sistemi concreti di violenza e sfruttamento. L’approccio intersezionale prende in considerazione i dualismi profondamente radicati nella cultura occidentale, in particolare quello fra essere umano/animale e essere umano/animalizzato, ovvero le soggettività rese subalterne che vivono le conseguenze del colonialismo storico attraverso processi di alterizzazione. In questa chiave il femminismo antispecista e antirazzista pone teorie e pratiche orientate a una giustizia sociale multispecie, con l’obiettivo di decostruire le forme di oppressione, potere e dominio e per creare prospettive di libertà, riconoscendo e rispettando lo spazio e il tempo di ogni vita.
Pratica: trova un luogo in cui puoi restare lentamente, guardati intorno e nota chi altrə abita questo spazio (persone, piante, animali, rocce, acque, suoni, materiali). Siediti, sdraiati, trova una posizione in cui ti senti a tuo agio e renditi permeabile. Ora porta attenzione ai corpi che riconosci come differenti dal tuo, chiediti: che tipo di relazione instauro con chi percepisco come “altrə”? Dove sento le differenze nei corpi? Dove posso iniziare a disattivarle?
Festa
La festa è uno spazio-tempo condiviso al fine di celebrare una ricorrenza, un inizio, una fine, una decisione o un desiderio. Tradizionalmente la festa, come il rito, è una forma di aggregazione regolata da specifiche dinamiche condivise che manipolano lo scorrere del tempo e trasformano lo spazio. La festa mira a dissipare la separazione tra “l’io e l’altro” attraverso il riposizionamento dei corpi nello spazio e la messa in pratica di dinamiche relazionali extraordinaire. La festa che Piedicavallo Festival genera desidera essere lo spazio di incontro tra le modalità di attraversamento che questo testo invita ad esperire. Questa festa è ospitata da un ecologia sociale e territoriale normalmente definita come marginale – nella percezione comune, spazi non visti e/o invisibilizzati – cioè posizionata al di fuori della rete di nodi urbani che vengono identificati come punti centrali della vita umana. La festa di Piedicavallo Festival crea uno spazio-soglia all’interno di un territorio, abitando i suoi margini. Genera uno spazio potenziale dedicato alla creatività e alla cultura, in cui varie dimensioni – marginali e non – si incontrano e convivono.
Pratica: come hai attraversato la festa? In che modo hai convissuto con altri corpi in questo paesaggio? Quali soglie hai attraversato?
FEEDBACK FORM
Se hai bisogno di supporto emotivo o fisico, vuoi denunciare un comportamento discriminatorio o non consensuale o vuoi decomprimere, puoi venire all’area SiCura dove troverai il nostro team pronto ad ascoltarti.